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Moratoria sul credito con poco sprint

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13 ottobre 2009

Giudizi positivi ma decollo lento per la moratoria sul credito. Sono molte le Pmi che si stanno informando presso le banche e le associazioni territoriali, ma non sembra esserci la "corsa al modulo" (disponibile dal 29 settembre scorso e scaricabile dal sito www.abi.it). È quanto emerge dall'inchiesta degli inserti regionali del Sole 24 Ore.

«È presto per le valutazioni – commenta Alberto Bertolotti, ad di Acf, la società di assistenza al credito partecipata da Assolombarda – L'interesse comunque c'è. Il giorno in cui i moduli sono stati pubblicati sul web, abbiamo inviato seimila fax con una circolare informativa sul tema: nel giro di due giorni abbiamo ricevuto trecento telefonate».

Tuttavia molte Pmi temono che la richiesta di sospensione per un anno della quota capitale dei prestiti possa farle finire in una "lista nera" del credito. Un paura segnalata ad esempio dal presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini, e dal direttore della Cna di Roma, Lorenzo Tagliavanti. «Una volta che la rata non è stata pagata – spiega Attilio Tranquilli, vicepresidente dell'Ui della capitale – è importante che vengano aggiornate tutte le procedure interne alle banche affinché non risulti uno sconfinamento o una segnalazione in centrale rischi».

Un freno all'accesso è poi rappresentato dall'esclusione dalla moratoria dei finanziamenti che hanno goduto di agevolazioni pubbliche. Alcune Regioni stanno lavorando per superare questo nodo. «Ci incontreremo presto con i vertici regionali dell'Abi – rivela Paolo Peveraro, vicepresidente della Giunta piemontese – per definire i termini del protocollo e individuare tutte le categorie di finanziamenti che ne saranno oggetto».

L'iniziativa comunque incassa una generale promozione dalle associazioni di categoria del territorio, che però chiedono l'ampliamento dei parametri di accesso e un'estensione dei termini.

«Abbiamo bisogno di uscire dallo stallo – dichiara Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto – sono già uscite troppe risorse dalle imprese e la moratoria consentirà loro almeno di mantenere l'equilibrio economico finanziario». Forse, commentano alcuni, la sospensione sarebbe dovuta arrivare qualche mese fa. «La moratoria è un'importante boccata d'ossigeno, soprattutto per i più piccoli – commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – Sarebbe stata ancor più positiva se fosse giunta prima, meglio tardi che mai»

Gli altri servizi e approfondimenti degli inserti regionali

LOMBARDIA
I sindaci bocciano il piano casa

Il piano casa della regione Lombardia rimane al palo. I comuni, che per legge entro domani potranno presentare attraverso delibera di giunta, poi approvata dal consiglio, eventuali modifiche, o non lo hanno fatto o lo hanno fatto in modo estremamente restrittivo. Sul territorio l'indirizzo dei centri capoluogo è quello mettere uno stop alle aperture della Regione; c'è poi una pletora di piccoli centri che non hanno deliberato, dando così il via a una sorta di silenzio assenso. Il nodo secondo l'assessore regionale al Territorio Davide Boni, sarebbe quello degli sconti relativi agli oneri di urbanizzazione (è previsto uno sconto del 30%), che i comuni non vogliono applicare. Boni annuncia, però, un possibile ritocco alla stessa legge, che tecnicamente potrebbe essere inserito nel collegato ordinamentale alla legge finanziaria regionale in modo tale da essere operativo con il nuovo anno. In ballo c'è una ricaduta che era stata prevista in 6,5 miliardi. «La sensazione – aggiunge, Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil – è che i comuni vogliano esercitare a pieno la potestà sul territorio con il proprio Pgt; per questo hanno scelto una serie di misure restrittive, che però procrastinano misure che per essere efficaci dovevano essere effettive adesso. In questo modo si rimanda l'operatività di almeno un anno».

NORD EST
Si allarga il "buco Ici" dei comuni

Lo Stato tarda a rimborsare i Comuni del Nord-Est delle perdite subite a seguito dell'abolizione dell'Ici sulla prima casa. Per il 2009 mancano 65 milioni rispetto ai 124 previsti bilanci municipali, e mancano ancora 12 milioni relativi al 2008. E solo da poco l'Economia ha promesso ufficialmente la completa erogazione dei trasferimenti. In pratica per quest'anno il Governo ha erogato solo il 57,9% di quanto ha assegnato che (con 101 milioni) è comunque un valore inferiore a quello che avrebbe fruttato l'imposta. «Abbiamo perso il controllo dei bilanci - dicono i sndaci - è stato fatto un passo indietro sulla strada del federalismo».

  CONTINUA ...»

13 ottobre 2009
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